Alfieri si difende dal carcere: “Non gestisco la Impianti”
“Non gestisco la Impianti”: Franco Alfieri è convinto della propria innocenza, e ha cercato di rimarcare la propria estraneità ai fatti rispondendo punto per punto a tutte le domande che gli sono state poste ieri mattina dal gip Valeria Campanile, che s’è recato in carcere in compagnia di Alessandro Di Vico, pm titolare delle indagini. Accanto al sospeso primo cittadino pestano c’erano i difensori di fiducia, Agostino De Caro e Domenicantonio D’Alessandro. L’interrogatorio di garanzia, scrive la Città, s’è protratto per poco meno di due ore. Ovviamente il giudice non ha posto quesiti sulle altre gare finite al centro dei nuovi filoni d’inchiesta tuttora in corso, quelli sul sottopasso ferroviario di Capaccio Paestum e sui completamenti dell’Aversana e della Fondovalle Calore: le domande hanno riguardato esclusivamente le due procedure negoziate valse altrettanti appalti alla Dervit di Roccadaspide e le forniture e le opere che l’impresa di Vittorio De Rosa ha commissionato alla Alfieri Impianti nell’ambito dei lavori nella vicina Battipaglia. Il politico di Torchiara ha riferito d’essere completamente estraneo alla gestione della società amministrata dalla sorella Elvira (con una parte di quote di proprietà della figlia). E, per quel che riguarda il meccanismo degli inviti alle ditte alle quali veniva concessa facoltà di partecipare alle procedure negoziate comunali sistematicamente vinte dalla Dervit, ha precisato che si tratta di questioni sulle quali è competente esclusivamente l’apparato burocratico municipale.